Descrizione
Il primo libro di Gino Bucci, L’abruzzese fuori sede, così presentato da Donatella Di Pietrantonio nella quarta di copertina del volume:
«Seguitissimo e spassoso ambasciatore dell’Abruzzo nel mondo, Gino Bucci consegna ai lettori un gioco letterario che mescola dialetto e italiano, toponomastica e gastronomia, in una nuova Gnosi delle Fanfole esilarante e affettuosa che racconta gli abruzzesi come siamo.»
Remo Rapino nella sua prefazione al libro parla di «un geniale percorso sugli intriganti sentieri della dialettologia. Un invito lieve al ridere e al sorridere, anche di noi stessi, parlando alla mente e al cuore di tutti, al di là dei confini territoriali e delle differenze dialettali. Insomma un umile rosario di “mattità” che, di fatto, aprono alla conoscenza come alla valorizzazione dell’Abruzzo e della cultura abruzzese, che, sotto sotto, è terra misteriosa e intricata. Svelare segreti e sentimenti è come camminare a zonzo per i piccoli paesi, facendo emergere le minime anime di questi, cercando di superare un aspetto tipico del carattere abruzzese, già messo in luce da Ennio Flaiano “… quello del pudore dei propri sentimenti” o di stare, senza vergogna alcuna, dalla parte dei cafoni come insegna la scrittura di Ignazio Silone…»
E Gino nella sua introduzione: «Dice: “Ma qual è il senso di questo libro?” Vattelappesca. Spero possa far sorridere, spero possa appicciare qualche bel ricordo, spero possa mettere appetito.»
I disegni sono di Lud’d.