Descrizione
«Ci sono tre temi: l’amore, la morte e le mosche. Da quando l’uomo esiste, questo sentimento, questo timore, queste presenze lo hanno sempre accompagnato. Che trattino altri i primi due. Io mi occupo delle mosche».
Così si apre MOTO PERPETUO, un’opera unica con dentro innumerevoli altre forme: raccolta di satire e di aforismi, teoria della brevità e della fusione dei generi, silloge di prose memorabili, prontuario umoristico, catalogo di malinconie e di enigmi.
Le domande che si pone sono le più varie: come sbarazzarsi di cinquecento libri? Quali conseguenze provoca la lettura di Borges? Perché lodare la brevità?
Eppure, ogni volta che interroga un enigma, Monterroso è un passo più in là di ciò che dice e di ciò che il lettore si aspetta da lui – quasi cercasse, nell’ambiguità e nell’enigma, di offrire in tutta la loro potenza ambiguità e enigmi.
Nelle Lezioni americane, Italo Calvino, che ammirava l’opera di Monterroso, cita un aforisma di Hofmannsthal in cui si può intravedere qualcosa di simile al mistero di queste pagine:
«La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie»