Descrizione
È una storpia illusione che qualcosa smetta mai di accadere.
In una Roma di un tempo futuro, prossimo ma imprecisato, i non morti sono relegati nelle gallerie della vecchia metropolitana, quando non vengono usati dal governo come deterrente per tossicodipendenti, e rilasciati dove outsiders e miserabili si radunano approfittando di quartieri abbandonati al degrado e alla pre-non-morte. Luoghi come la vecchia Città del Vaticano. In questo scenario si muovono i protagonisti di questo romanzo caleidoscopico, i persistenti in superficie e i non morti sottoterra.
La mancanza di scopo che affligge i primi sembra tormentare gli altri fino a renderli capaci di piegare l’istinto al servizio della ricerca di senso. Tra la volontà dei non morti di ricordare, leggere, parlare, raccontare e quella dei vivi di definirsi in base al rapporto, alla distanza, tra loro stessi e i reclusi di sotto, la storia ci trascina in una narrazione a cerchi concentrici fino alla sintesi stessa della parola che cambia significato ed essenza ad ogni utilizzo.
Nella sua prosa elegante capace di piegarsi perfettamente alla pluralità delle voci che costruiscono la narrazione, l’autore crea un’ironica, a tratti crudele, allegoria.