Descrizione
Capolavoro della letteratura occitana di inizio secolo e del suo autore, che abbandonata la vita di città scelse di diventare mandriano in Camargue, La Bestia del Vacarés nasce dall’esperienza diretta di d’Arbaud, dal suo contatto con il mondo atavico e simbolico di quella regione dove il tempo più che avanzare, ritorna, nel ciclo delle stagioni e dei riti religiosi.
Le vicende di Jaume Roubaud, mandriano del XV secolo, e del suo incontro con una misteriosa Bestia sono al centro di un vecchio fascio di carte, un diario – ovviamente un espediente narrativo –, donato all’autore stesso che ne “trascrive” lo stile semplice e diretto.
La Bestia ha artigli e corna, ma l’aspetto di un uomo stanco, antico, e degli uomini ha la parola, alta, nobile, potente e saggia come un tuono. Rappresenta forse il dio Pan, forse l’intero immaginario pagano e nascosto, forse la Camargue stessa con la perenne minaccia di distrazione ed estinzione. «Perché?» si chiede Jaume. Perché proprio a lui doveva rivelarsi? Perché egli ha il potere di dubitare e il coraggio di tacere. È la persona adatta a quel mistero e a quel simbolo.
Così se la Bestia infine si nasconde o scompare è perché non ha più bisogno di incarnarsi avendo trovato posto migliore e più fecondo: il cuore di un uomo.