Descrizione
Nell’estate del ’39, alla fine di quel primo anno di scuola non-scuola, diedi gli esami da privatista, proprio in quel ginnasio in cui tanto avevo fantasticato di andare. Ero felice ed emozionato di tornare tra i banchi, di ritrovarmi con altri bambini. Quando entrai in classe andai a firmare, e nell’elenco accanto al mio nome, sottolineato in rosso, vidi che c’era scritto: “di razza ebraica”. Andai a sedermi in una delle prime file, e iniziai a scrivere il tema di italiano, ma dopo pochi minuti la presidente di commissione chiese: “Dov’e` Foa`?” “Sono qui”. “Che ci fai li`? Non puoi stare seduto in mezzo agli altri, vai nell’ultima fila, in quel banco isolato”. Ci misi qualche secondo per mettere a fuoco cosa stesse accadendo, perché meritassi l’ultimo banco.
Quando vengono promulgate le leggi razziali, nel 1938, Ugo ha 10 anni, sta per iscriversi alle scuole medie. Ma all’inizio di settembre, prima che ricominci l’anno scolastico, sua madre gli comunica che, in quanto ebreo, non potrà tornare tra i banchi di scuola.
Ugo e i suoi quattro fratelli, e tutti gli ebrei in Italia, non potranno fare sport, lavorare negli uffici pubblici, avere una radio in casa, farsi aiutare da una tata “di razza ariana”, e via via molti provvedimenti che mirano a estrometterli dalla vita sociale, economica e politica del Paese.
Il padre di Ugo lavora in Eritrea, manda il denaro per il sostentamento della famiglia rimasta a Napoli; e lì Ugo vivrà i bombardamenti, la fame, gli stenti della guerra, e poi con le Quattro giornate di Napoli, finalmente, l’arrivo degli Alleati e la Liberazione.
Per quarant’anni Ugo non ha raccontato questa storia. Poi ha capito che aveva il dovere di testimoniare, soprattutto davanti ai giovani. Adesso gira instancabile le scuole di tutta Italia e racconta la sua vicenda: è la vita di un bambino durante la guerra, un bambino che non può andare a scuola, che quando dà gli esami da privatista deve sedere all’ultimo banco. È il racconto festoso della Liberazione, e quello tragico dei parenti e degli amici deportati. È la storia di un uomo che deciderà di andare ad Auschwitz soltanto nel 2005 e lì, davanti al binario che conduceva ai forni crematori, non potrà fare a meno di inginocchiarsi e dire una preghiera.
Il libro, pensato per un pubblico di ragazze e ragazzi, è corredato da agili schede sui momenti salienti del fascismo e della Seconda guerra mondiale, sulla persecuzione razziale in Italia e Germania, su episodi e personaggi citati nel racconto di Foà.
Età di lettura: da 10 anni