Descrizione
Un libro per riscoprire una delle figure più alte dell’impegno civile italiano del Novecento: quella di Danilo Dolci, sociologo, educatore, attivista della nonviolenza, soprannominato “il Gandhi italiano” insieme con Aldo Capitini.
Le sue battaglie non-violente e per la pace, la lotta coraggiosa contro la Mafia, il lavoro per la dignità dei poveri in Sicilia, la fondazione della Radio Libera di Partinico, il metodo educativo della Maieutica, sono i temi centrali della vita di Dolci, che – per il suo lavoro umanitario e per le sue inchieste – ha ricevuto fra gli altri il Premio Viareggio, il Premio Lenin per la Pace, la Medaglia d’Oro dell’Accademia dei Lincei.
«Le pagine che mio padre ha dedicato a descrivere i laboratori rimangono ancora oggi importanti: la società attuale, e la scuola in particolare, trova enormi difficoltà nell’affrontare il proprio ruolo educativo, difficoltà rese ancora più complesse dal contesto familiare dei più giovani, indebolito e scarsamente supportato. L’approccio scolastico è più istruttivo che educativo, la comunicazione tra le persone è assente o distorta, e non mancano atteggiamenti negativi (se non proprio violenti) verso se stessi e verso gli altri: tutto ciò non riguarda la salute di ciascuno, e del mondo? È possibile sperimentarsi in un nuovo processo di educazione reciproca? Siamo in grado di coinvolgere i giovani, ma non solo loro, nell’esperienza del cercare insieme, del sognare e progettare in armonia?»
Amico Dolci, figlio di Danilo