Descrizione
Una notte Claudio Morici viene svegliato dal figlio per parlare di dove si finisce quando si muore. Il bambino ha sei anni e il padre – giustamente – comincia a capire quanto sia impegnativo essere un bambino, ma anche essere padre.
Inizia davvero a preoccuparsi quando il figlio gli comunica di voler diventare scrittore, come lui, anzi come Michael Ende.
Solo che la vita di Ende più che ricordare La storia infinita è stata la sfiga infinita. Da qui prende il via una ricerca appassionata ed esilarante sulle vite di scrittrici e scrittori, una specie di indagine: Che facevano? Chi frequentavano? Quando scrivevano? Dove abitavano? Quindi Ende, Pavese, Poe, Woolf, Salgari, Wallace, Levi, Vonnegut, Rosselli…
Insomma, per Morici padre gli autori amati sono quasi tutti suicidi, molti finiti folli o alcolisti, tutti di sicuro inabili alla vita: pessimi modelli per un figlio.
Con una lingua ironica e una scrittura che riesce a collegare lingua parlata, ricerca storica ed episodi della vita famigliare, Morici scrive un libro capace di raccontarci i grandi autori che amiamo e pensavamo di conoscere, lasciandoci la possibilità di scoprire in fondo quanto fossero umani e quanto la letteratura sia stata per loro uno straordinario strumento di sopravvivenza.
Che continua a salvare anche noi.