Descrizione
Don Filippo è un prete anziano a cui le delusioni di una vita consacrata all’obbedienza hanno lasciato solo disillusione e sfiducia negli esseri umani. Accetta dunque malvolentieri l’incarico di trasferirsi in un paese di montagna per verificare le voci che circolano sul parroco del luogo: per il vescovo è la persona ideale perché ha esercitato una refrattarietà alle dicerie che viene, a torto, confusa con obiettività.
L’incontro con Don Paolo fotografa da subito una distanza morale insanabile, mentre tra i due si frappone una comunità diffidente e chiusa in se stessa, al cui interno si inseriscono vite fatte di mancanze, apparenza e prepotenza, terreno fertile per i soprusi e i delitti di cui si vocifera. È questo contesto di ignavia e opportunismo che spiega il clima surreale che accoglie la conferma della veridicità delle maldicenze: ogni barlume di rabbia è cancellato da un singolo atto solo apparentemente eroico e tutti i sospetti scompaiono nel momento in cui si rivelano veri.
“Da lì per lui era crollato tutto: quella parvenza di ordine, la fede, la carità, l’amore del prossimo. Tutto era caduto al primo soffio come un castello di carte”.