Descrizione
I fratelli Hans, Emil e Katerina devono far fronte, come la loro madre Marta, alla malattia e alla morte di una persona cara, il padre, il medico Jan Nedoma (che significa “senza casa”.
Tutti e quattro si trovano a fare i conti con se stessi e i propri ricordi, e a far fronte alle accuse postume di complicità con le autorità comuniste mosse a loro padre da quello che un tempo era il suo migliore amico. Si tratta di un’amara ironia, “chiedere a papà come siano andate davvero le cose” non è più immaginabile né possibile.
Il romanzo di Balabán è pervaso di domande che riflettono sul senso, sulla qualità e sul percorso della vita umana, sui rapporti famigliari, sulla malattia e sulla morte, e su quel che resta dopo. Con un’immediatezza straziante, che porta in sé una dimensione di meditazione e un’urgenza di espressione interiore concreta, l’autore descrive in modo estremamente preciso l’aspetto tragico del destino individuale che tende inesorabilmente al suo punto finale.
Non è forse vero che è dalla nascita che si comincia a morire?
E nel frattempo, che cosa facciamo, che cosa siamo?
Jan Balabán, morto prematuramente a 49 anni nel 2010, è stato e resta una delle voci migliori e più forti della letteratura ceca contemporanea.